La Città: 4 zone (zona 2)
Itinerario 2: zona bassa o marina
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Itinerario 2:
zona bassa o marina


Dal bivio di Capo Torre, scendendo per la via che è sotto la ringhiera e passa fra il vecchio convento degli Zoccolanti a sinistra e il muro alto della Villa Comunale a destra, si giunge al largo dove è la

CHIESA DI S. MARIA DEL PRINCIPIO


         La facciata della nuova chiesa costruita
      su disegno dell’architetto Ignazio Di Nardo

Fin dai primi tempi del Cristianesimo ebbe origine in Napoli il culto per la Madonna; secondo una tradizione S.Aspreno, primo vescovo di Napoli, edificò un oratorio in onore di questa che, per il fatto di essere venerata dalle origini, fu detta ”del Principio”.
L’antico oratorio si trova oggi incorporato nella Basilica di S. Restituta del Duomo. La devozione per la Madonna del Principio si propagò nei dintorni e nella contrada Calastro fu costruita, circa l’anno 1000, un’edicola campestre in vista del mare con un affresco della Madonna in atto di orante, che presenta con le palme delle mani aperte in avanti.
Tale edicola venne in seguito incorporata in una chiesetta costruita all’intorno e già esistente nel 1139 poiché tale Davide Palomba, scrivendo le ”Memorie storiche di S. Giorgio a Cremano” (1881), narra che ”essendo stata distrutta in tale anno dall’eruzione vesuviana la parrocchia di quel paese, gli abitanti vollero costruire una nuova chiesa e la dedicarono alla Madonna del Principio, titolo che già le davano i Napoletani e i torresi”.
Documenti sull’esistenza della chiesa torrese si hanno per il 1537, il 1562, il 1599, il 1611, il 1628, il 1645, il 1696, il 1708, il 1742, il 1780. Prancesco Balzano, scrivendo nel 1688, dice che questa era ”assai antica” e sempre piena di voti e di bandiere offerti da devoti fedeli per grazie ricevute, era posta a vista del mare e salutata dai barcaioli di passaggio, sulla vecchia Strada Regia passante per Calastro; poi, quando fu costruito più a monte il nuovo tratto di questa (la Via Nuova), venne a trovarsi spostata più in giù, su una stradetta che scendeva al lido. Fuori la Porta, a sinistra entrando, fu costruita un’omonima cappella detta ”della Donna del Principio di sopra". (1).


     Affresco ritrovato nella Chiesa sotterranea

Salvator Noto in un suo libretto ci descrive la, chiesa come era nel sec.XVIII: preceduta all’esterno da un atrio con cancello e all’interno molto decorosa.
Le pareti rivestite di buoni stucchi, divisa in tre piccole 



La cappella sotterranea col tetto lavico solidificato

navate e avente cinque altari di marmo fra cui il maggio e con l’edicola affescata del la Madonna (2). Sappiamo anche che la chiesa era lunga 20 palmi (m.5) e larga 15 (m.3,75) e che gli altri altari erano dedicati a S. Anna, S.Antonio Abate, S. Pasquale, S. Lucia o un molto venerato Crocifisso.Recentemente il dott. Aniello, Langella, attento studioso di archeologia torrese, ha curato un interessante studio, corredato da illustrazioni aquerellate originali, sulla contrada Calastro nel suo aspetto primitivo, la chiesa nelle sue varie fasi di costruzione e la cappella di sopra, nel libro ”Dal Principio ad oggi” pubblicato dalla Comunità Parrocchiale di S. Maria del Principio (1996). Durante l'eruzione del 15-66 giugno 1794 la lava ignea del Vesuvio, distrutta la porta di Capo Torre, scese verso il mare e investì completamente la chiesa. Ma i fedeli, tornati sul posto, si diedero a cercare nell’ammasso di lava e il I5 agosto del I795 ritrovarono parte della .chiesa, con l’edicola della Madonna.
Il fatto, ritenuto prodigioso, richiamò numerose persone, fra cui il principe ereditario Francesco I di Borbone con la moglie Eliasabetta e la madre M. Carolina. Si volle costruire sulla stessa lava una nuova chiesa che fu compiuta agli inizi dell’Ottocento, per volontà del Beato Romano e del rettore Antonio Guida, all’architetto Ignazio Di Nardo, che è l’attuale.
Questa ha all’esterna nel corpo centra le il prospetto di un tempio tetrastilo, e all'interno a forma di rotonda neoclassica dall’ampia cupola, con tre cappelle che e insieme all’ingresso formano i bracci di una croce: nella cappella dell’altare maggiore c'e una grande tela raffigurante la Madonna del Principio in atto di orante e ai suoi lati S. Aspreno e S. Candida, del pittore Diego Pesco, datata 1797.
Per una comoda scala, dove c’è anche una raccolta storica del complesso curata dal compianto vice-parroco mons. Nicola Ciavolino, si scende in una cappella del soffitto ricoperto da un manto lavico dove è l'edicola con l’affresco della Madonna quale sono state aggiunte successivamente le figure di S. Vincenzo Ferreri, S. Luca o un benefattore e un santo francescano; si passa poi nella parte rimasta della vecchia chiesa dove, dopo i lavori di sistemazione eseguiti dallo stesso Ciavolino, si vedono ancora avanzi delle strutture murarie con decorazioni, il pavimento fatto di maioliche settecentesche (le ”riggiole”) con tralci e grappoli d’uva. Restaurata e abbellita nel 1934 dal rettore mons. Giuseppe Liguori, dichiarata parrocchia il 20 Agosto 1938 avendo come parroco lo stesso Liguori, la chiesa è oggi governata da mons. Salvatore Maglione ed e centro di una fervida attività religiosa e sociale.(3).
 
1) P. Balzano: op. cit. aag. 87-88.
2) S. Noto: Cenno istorico del temmio e della immagine di S. Maria del Principio ecc.1883.
3) Comun. Parrocchia S. M. Principio; Dal Principio a oggi, 1996.